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The event will be held in english

For more information: ecoherp@italiangekko.net

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Animal abusers who keep them in cages: this is how a long-standing and harmful stereotype portrays breeders and enthusiasts of “unconventional” animals – especially when it comes to cold-blooded ones. But what if captive breeding was actually the key to saving entire species that humans have driven to the brink of extinction through pollution and environmental destruction?

 

This is a serious issue that the entire “industry” – made up of researchers, university professors, veterinarians, zoos, breeders, enthusiasts, and other professionals – still has much to debate about. And for which they need to work together.

 

EcoHerp wasn’t just the first event of a new format by the Italian Gekko Association: for those who missed it, the event held on June 22nd was much more than a series of interesting talks on reptiles and amphibians.

 

Among the international guests were curator of Regional Museum of Natural SciencesFranco Andreone, Björn Encke, founder of the German association Frogs & Friends, Leonardo Vignoli, professor of zoology at Roma Tre University, Michel Ansermet from the Swiss aquarium Aquatis, German veterinarian and infectious disease specialist Rachel Marshang, breeder Nicolas Defabiani, Camillo Sandri, veterinarian and general curator of Parco Natura Viva, and biologist Raoul Manenti, professor of zoology at the University of Milan.

 

Bringing together such knowledgeable and experienced individuals in one room is not just an opportunity to hear their insights on important matters, but also a chance to witness the meeting of adjacent worlds – all still centered around reptiles, amphibians, or animals in general – that are not yet closely connected.

 

What unites researchers, zoos, veterinarians, breeders, associations, and local political organizations is the shared goal of protecting not just the welfare of species, but their very existence. This was the main focus of this edition of EcoHerp: how to build the synergy needed for a “One Plan Approach.”

 

When action is taken (before it’s too late) to rescue the last few survivors of a species from their threatened natural habitats, it’s often zoos and universities that are tasked with breeding these animals to ensure their survival. And much of the knowledge needed to do so comes from the long-standing expertise of private breeders, that through years of dedication (and huge investments) have successfully bred reptiles and amphibians. These breeders, through responsible initiatives, can also play a key role in small, coordinated conservation projects.

 

All of this is driven by one thing: a love for Nature.

Aguzzini di animali chiusi in gabbia: è così che un brutto e longevo stereotipo dipinge allevatori e appassionati di animali “non convenzionali” – specialmente quando si parla di animali a sangue freddo. E se, invece, la riproduzione in cattività fosse proprio funzionale alla salvezza di intere specie che l’Uomo, quello “comune”, ha ridotto all’osso con il suo inquinamento e i suoi interventi sull’ambiente?

È una questione non di poco conto, su cui la nicchia del settore – fatta di ricercatori e docenti universitari, veterinari, zoo, allevatori, appassionati e addetti vari – ha ancora molto da discutere. E per cui deve lavorare in sinergia.

Quello di EcoHerp non è stato solo il primo appuntamento di un format tutto nuovo per Italian Gekko Association: per chi se lo fosse perso, l’evento dello scorso 22 giugno è stato molto più di un ciclo di convegni sull’argomento dei rettili e degli anfibi.

Ospiti del meeting internazionale il curatore del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino Franco Andreone, Björn Encke, fondatore dell’associazione tedesca Frogs & Friends, Leonardo Vignoli, professore di zoologia presso il Dipartimento di Scienze dell’Università̀ degli Studi di Roma Tre, Michel Ansermet dell’acquario svizzero Aquatis, la veterinaria tedesca Rachel Marshang, esperta infettivologa, l’allevatore Nicolas Defabiani, Camillo Sandri, veterinario oltre che curatore generale del Parco Natura Viva e il biologo Raoul Manenti, professore di zoologia presso il Dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell’Università degli Studi di Milano.

Mettere nella stessa stanza figure di tale competenza ed esperienza vuol dire avere non solo l’occasione di apprezzarne l’eloquenza, ma di assistere all’incontro di mondi affini – sempre di rettili e anfibi parliamo, o di animali più in generale – ancora poco connessi tra loro.

Ad accomunare ricercatori, zoo, veterinari, allevatori, associazioni e organizzazioni politiche locali è infatti l’obiettivo comune di salvaguardare non solo il benessere delle specie, ma anche la loro stessa esistenza. Era proprio questo l’argomento centrale di questa edizione di EcoHerp: come creare la sinergia che un “One plan approach” richiede?

Quando si interviene (prima che sia troppo tardi) portando via i pochi superstiti di una specie dal loro ambiente naturale minacciato, sono gli zoo e le università a doversi prendere carico di questi esseri viventi per riprodurli e assicurarne la sopravvivenza. E spesso le informazioni necessarie per fare ciò vengono dalla lunga esperienza di allevatori privati, che con dedizione e anni di passione e investimenti hanno riprodotto rettili e anfibi. Allevatori che, con iniziative virtuose, possono farsi carico di piccoli progetti di conservazione coordinati.

Il tutto sotto un unico segno: quello dell’amore per la Natura.

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